Silvia Romano è stata sottoposta ad una lunga cattività che ha determinato nella stessa profonde sofferenze dovute a torture fisiche e psicologiche durante il sequestro, ma adesso assistiamo ad una vera e propria aggressione mediante articoli sui giornali o messaggi sui social che stanno straziando la vittima una seconda volta. A questa giovane donna sono state addossate colpe inesistenti, è stata attaccata per il suo credo e convinzioni, arrivando financo a minacciarla, rendendola bersaglio nella sua immensa fragilità di insulti e gesti sprezzanti e violenti, tanto che correttamente la Procura di Milano ha aperto un indagine contro ignoti per tali abietti e colpevoli comportamenti.
Silvia Romano ha chiesto rispetto, ma la violenza nei suoi confronti non è cessata, giungendo anzi a soglie inaccettabili, per cui riteniamo come Comitato Pari Opportunità di esprimere la nostra più profonda solidarietà alla cooperante, ritenendo la “colpevolizzazione della stessa in quanto vittima” (victim blending) sia un fenomeno malvagio, da condannare sotto tutti i profili, indice di un “odio civile” espressione di discriminazioni sessuali, religiose e ideologiche che ognuno di noi ha il dovere di combattere quotidianamente con ogni mezzo.